La pirateria consiste nella riproduzione illecita di un’opera protetta dal diritto d’autore. Capite bene che l’era digitale in cui viviamo ha favorito il diffondersi di questo fenomeno in quanto le opere oggi sono diventate impalpabili, non vivono più cioè in stretta connessione con un supporto fisico. Grazie al download e allo streaming infatti godere di queste opere è diventato particolarmente semplice.
In molti credono che sia giusto così, in molti credono infatti che il diritto d’autore sia una tassa che non merita di essere pagata e che le opere debbano essere libere e gratuite per tutti. Dietro ad un ragionamento di questo genere c’è però molta ipocrisia, il diritto d’autore infatti non deve in alcun modo essere considerato una tassa bensì il giusto compenso da garantire all’artista, a colui che quell’opera ha quindi realizzato. Un artista non pagato è un artista che non può continuare a fare il suo lavoro, che è costretto a fare altro nella vita anziché dedicarsi alla sua arte. E questo, lo capite bene, di giusto non ha assolutamente niente. Ovviamente questo non significa che le opere non debbano viaggiare sul web; proprio il web infatti offre oggi agli artisti grandi opportunità, prima fra tutte una visibilità unica. C’è bisogno però, afferma il presidente di Siae Filippo Sugar, di una nuova regolamentazione che permetta agli artisti di vedere il loro lavoro riconosciuto cercando di far abbassare inoltre le parcelle sin troppo salate dei distributori.
Affinché tutti questi cambiamenti siano possibili è necessario cambiare anche il modo che le persone hanno di vedere il diritto d’autore. Cambiare visione, cambiare prospettiva, è il primo passo verso un settore creativo migliore, sicuramente più meritocratico. Ciò significa riuscire a veicolare tutte le considerazioni che abbiamo avuto modo di fare verso un pubblico sempre più vasto;  proprio per questo motivo Filippo Sugar ha creato una nuova sezione sul sito internet della Siae dedicata alla sensibilizzazione sul tema della pirateria e ha stretto una collaborazione con Fapav per creare una sinergia e riuscire a raggiungere così gli obiettivi prefissati nel minor tempo possibile.
Quella che Siae e Fapav hanno aperto è insomma una vera e propria guerra alla pirateria e, più nello specifico, alla pirateria digitale, con la speranza di riuscire a rendere il settore creativo migliore sotto tutti i punti di vista, un settore attivo e fertile, un settore in forte sviluppo, un settore meritocratico. Filippo Sugar è alla ricerca inoltre di sempre nuove cooperazioni sulla scia di quelle strette con Google e con Sky perché solo in questo modo si ha la possibilità di evitare i danni che la pirateria ogni giorno ci arreca. Non ce ne rendiamo conto forse, ma la pirateria arreca danni, pensate, all’intera cultura italiana, un fenomeno che merita insomma di essere fermato al più presto.

Di Grey